BELLEZZA E SEDUZIONE DOPO I 40 MOSTRATA CON GARBO

Non s’era mai vista una donna matura, seppur bellissima, protagonista di uno spot pubblicitario di biancheria intima. «Perché io e non una ventenne russa?». È la prima cosa che ha chiesto Isabella Ferrari (47 anni, tre figli) all’amministratore delegato Gianluigi Cimmino della Yamamay che la voleva a tutti costi nel corto (in onda dal 25 settembre) per festeggiare i 10 anni del marchio. Con un cambio di rotta coraggioso. Non più un messaggio di seduzione rivolto agli uomini, bensì alle consumatrici che non necessariamente devono essere giovanissime e perfette.

Milano Collezioni con le sue ottanta sfilate e un centinaio di presentazioni spalmate in una settimana apre oggi, ma già ieri ci ha dato un assaggio di come il settore, per avvicinarsi alla gente, stia rivoluzionando le formule della comunicazione. Dai messaggi promozionali ai concept store, contenitori factory di design come l’immenso P.Zero Pirelli in corso Venezia. O il tecnologico Sisley in piazza San Babila -inaugurato da Alessandro Benetton - che, senza interruzione, trasmette su un monitor di 24 metri tutto il mondo dei giovani esplorato dal brand, dialogando direttamente con il pubblico anche attraverso un blog magazine.

La scelta di Yamamay (oltre 600 punti vendita nel mondo) la dice lunga sulle nuove strade che sta imboccando il «fashion system». Intanto il cortometraggio è girato da Paolo Sorrentino. Sul set il regista de «Il divo» ha spiegato all’attrice che non cercava la seduzione fine a se stessa, o spiata dal buco della serratura. «Mi ha detto: facciamo un pezzo di film, sii naturale, vorrei che avessi la pace negli occhi», racconta la Ferrari stretta in un semplice tubino nero. Di nudo c’è poco, s’intravede uno scampolo di seno, lei in slip da dietro e poi in reggipetto mentre si riveste dopo un incontro amoroso.

Già, si riveste e non si sveste. «In un momento in cui il corpo femminile è svenduto, mercificato, siamo tutti nauseati. Ma noi abbiamo il diritto di spogliarci, innamorarci. L’importante è mostrarsi con garbo, ritrovare una dimensione equilibrata d’intimità», dice lei che stavolta tiene soprattutto al giudizio femminile. In quel minuto - scandito dal brano «Per un’ora d’amore», rifatto dai Subsonica - è tutto un gioco d’occhi. «La seduzione dopo i 40 anni è fatta di sguardi, di sfumature, di serenità nell’accettarsi come si è.

Non ci sono ritocchi nel video. Così il pubblico femminile si può riconoscere con tutti i pregi e difetti che ognuna di noi ha». Meno fuffa, più attenzione alla realtà. La moda scende dal trono per assecondare i desideri dei consumatori. E le studia tutte. Le solite vetrine hanno stufato? Bene, proviamo a far entrare la strada nel negozio. Al posto del red carpet da P.Zero Pirelli c’è il rubber carpet, il tappeto di gomma fatto come un battistrada. Marco Tronchetti Provera ieri ha aperto i battenti del primo store dedicato allo storico marchio nato a metà dell’800.

Naomi Campbell, madrina d’onore e prima testimonial del brand, arriva con le top model che come lei hanno posato per il mitico calendario (da Eva Herzigova a Marpessa fino a Ines Sastre). Negozio gigante - ideato dall’architetto Renato Montagner, direttore creativo delle collezioni P.Zero - 1500 metri quadrati su due piani simili a un capannone industriale di raffinato design.

I camerini sembrano box da Formula 1 con porte di tela gommata. C’è la vecchia Maserati rossa di Fangio, ma anche il magazziniere-robot protagonista di un angolo giochi per bambini. Le sneaker in pelle cucita al rovescio si possono ordinare su misura, i giubbotti-tattoo sono realizzati dall’artista Scott Campbell che ha tatuato i soldati americani in Afghanistan. Costo totale del progetto: quattro milioni di euro. Il test di vendita comincia a Milano per poi proseguire in altre città.

I flash impazziscono per la quarantenne Naomi, segno che l’età conta poco: «Vivo attimo per attimo», dice fiera di essersi impegnata con Sarah Brown, la moglie di Gordon, a sostenere l’attività di White Ribbon, un’associazione che protegge le donne dal pericolo di morte durante il parto. Tranquilla e politically correct, come vede il suo futuro? «Dovreste chiederlo a Dio. È lui che decide per me». Anche mistica.

A.Amapane - La Stampa - Ottobre 2011

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