A SANREMO, IL LOOK DEI PROTAGONISTI

Ogni anno mi indigno per i look di alcuni cantanti al Festival di Sanremo. Credo sia una forma di rispetto verso il pubblico salire su quel palco, che tanto rappresenta della cultura e della tradizione del nostro Paese, vestiti come si deve.

Con Vecchioni, secondo me, ha vinto anche l’eleganza sobria, la raffinatezza, la semplicità dello stile. Ma non perché Vecchioni è un signore di 67 anni, un professore, ma perché è una persona che sa di essere un personaggio pubblico e come tale si comporta. Con dignità e buongusto.

Credo che sull’eliminazione di Max Pezzali abbia contribuito anche la sua mise: ma perché un uomo di oltre quarant’ anni si deve presentare in Eurovisione conciato come uno studente del liceo e nemmeno di quelli più invidiati, per usare un eufemismo, della scuola? Si è fatto dare una lezione di eleganza anche dal giovane Modà, davvero impeccabile nel suo abito scuro e nella sua timidezza e dal “rosso” dei La Crus, anche se forse sui capelli ci sarebbe qualcosa da dire. Perfetto invece il casual di Davide Van de Sfroos, perché studiato, misurato, consono alla personalità e soprattutto supportato da un fisico notevole.

Promossi a pieni voti Morandi e Luca e Paolo sempre vestiti come fa tanto sesso alle donne: in smoking.

Passando alle donne, trucco e parrucco di Belén e Canalis: troppo mascherate, troppo phonate, troppo tutto, per due che danno il meglio di sé in versione acqua e sapone (beate loro).

Invece, perché Giusi Ferreri deve mostrare la sua pancia come un trofeo in un’occasione che non ha nulla a che fare con la seduzione e sfoggiare una capigliatura da cane arruffato? Nessuno le ha detto che per avere classe non basta avere una bella voce?

Al contrario, mi ha favorevolmente colpito la Tatangelo, che di solito non incontra il mio gusto. Dopo l’omaggio alla Oxa prima maniera, che forse l’ha penalizzata e non è stato capito, nelle sere successive è stata impeccabile, specie nella serata conclusiva dove ha sfoggiato forse il make-up più azzeccato e “giusto” di tutte le partecipanti al Festival: occhi truccati, ma non troppo, niente fard, labbra naturali e mat, capelli sciolti sulle spalle.

E mi è piaciuta, nonostante il look un po’ troppo spagnolo, Raquel Del Rosario, la moglie di Alonso, bellissima con i capelli raccolti e la pelle di porcellana.
Ma la mia icona di raffinatezza rimane Patty Pravo: magari questa volta un po’ Avatar, ma straordinaria nel suo raccolto morbido e nel suo trucco etereo. Unico, come lei.

M. Caramelli - Vanity Fair - febbraio 2011

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