IL MARE SU MARTE... MA SOLO D'ESTATE

D’estate su Marte scorre acqua salata come quella degli oceani. La scoperta pubblicata sulla rivista americana Science è il frutto di lunghe osservazioni con la sonda «Mars Reconnaissance Orbiter» che da anni, dal 2005, ruota intorno al Pianeta Rosso.

Canali in superficie - Proprio i lunghi tempi di ricognizione hanno permesso di individuare formazioni in superficie che si formano e poi scompaiono, e successivamente si riformano. Sono dei canali in superficie larghi da mezzo metro a cinque metri e lunghi alcune centinaia di metri. La sonda ha confermato che si formano solo nei mesi caldi. «La miglior spiegazione – ha sottolineato Alfred McEwen dell’università dell’Arizona a Tucson autore della scoperta - è che siano scavati dall’acqua salata». Questa riesce a mantenersi liquida anche alle temperature dell’estate marziana che comunque sono molto più basse rispetto al metro terrestre, e sotto lo zero centigrado. Ma essendoci il sale il suo punto di congelamento è più basso e così rimane allo stato liquido. L’acqua pura, invece, congelerebbe appena esce dal sottosuolo.

Cambiano con le stagioni - Le formazioni geologiche ora individuate sono diverse da quelle avvistate negli anni passati (avevano la forma di guglie) e anch’esse giudicate conseguenza di fluidi in uscita, ma soprattutto cambiano a seconda delle stagioni. Il loro colore muta e dimostra che, sia pure per tempi limitati, l’acqua salata scorre. «In certi periodi assumono un colore bruno – nota McEwen – e ciò potrebbe essere determinato dal fatto che si formano dei grumi rendendo la superficie rugosa. Ma in realtà questo aspetto rimane, per il momento, un mistero».

Presenza accertata - L’acqua su Marte è ormai una presenza accertata in vari modi, forme e a diverse latitudini. La sonda Phoenix sbarcata al Polo Nord ha mostrato il ghiaccio d’acqua in superficie mentre sulle sue gambe comparivano gocce di brina. La ricerca su Marte continua e nel prossimo autunno con la partenza della nuova sonda robot «Curiosity» capace di muoversi per molti chilometri potrà indagare ancora più a fondo gli enigmi marziani riservandoci sicuramente altre sorprese.

G.Caprara- Corriere della Sera - Agosto 2011

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